Concrezioni / Concretions

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Concrezioni/Concrations 2019

Notes:

Terracotta smaltata, 70×30ø  cm, 2019

Reperti

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Reperti / Finds (studio view)

Questo lavoro è un primo passo verso una ricerca in divenire. Le sculture, realizzate in terracotta, sono forme ottenute mediante calco (premendo l’argilla direttamente sul modello) di soggetti scovati in giro per la città, come dall’occhio di un fotografo. Così facendo rimangono impresse sull’argilla forme, decori e iscrizioni che rimandano alle infrastrutture, beni essenziali per erigere una comunità oggi. Luce, acqua, gas, fogne, internet…

Il processo di trasferimento altera la forma originale, deteriorandola. I soggetti divengono veri e propri reperti provenienti dal futuro, intaccati dall’inevitabile patina che il tempo lascia.

Notes:

terracotta, oxide, variable dimensions, 2019

terracotta, ossidi, dimensione variabile, 2019

Blanket-Landscape / installation view

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Blanket-Landscape / Paesaggio Coperta (in progress)

eng – This project was realized with the support of Dolomiti Contemporanee. The contemporary art institution is located at the Eni ex-village in Borca di Cadore, which is a huge residential complex that was built at the bottom of Antelao mountain and conceived by E. Mattei. Some artists were asked to realize a work inspired by a blanket that brings the image of the well known dog with six paws, symbol of Eni. I was attracted to the idea of reproducing in an interior a mountain landscape in which the blanket, as the village, covers the surface of the mountain and remains suspended, evoking the peculiar architecture on stilts designed by Edoardo Gellner for this place. I imagine that the warmth of a mountain lodge was part of Mattei’s idea of creating an alpine holiday resort dedicated to Eni’s employees and their families. A comfortable and cozy warmth like the one that is generated under a blanket. I installed this blanket-landscape in the screening-room of the Colony, scenically. The room is in dim light and soundproofed by the carpet and wooden walls.

ita – Questo progetto è stato realizzato grazie al supporto di Dolomiti Contemporanee, istituzione che opera presso la sede dell’ex villaggio Eni a Borca di Cadore, grande complesso residenziale costruito ai piedi del Monte Antelao e ideato da E. Mattei. Ad alcuni artisti ospiti nella struttura è stato chiesto di realizzare un lavoro a partire da una coperta che riporta il celebre cane a sei zampe dell’Eni. Sono stato attratto dall’idea di riprodurre in un interno un paesaggio montano, in cui la coperta, come il villaggio, riveste la montagna in superficie rimanendo sospesa, a suggerire la caratteristica architettura su palafitta concepita da E. Gellner per questo luogo. Immagino l’idea di Mattei di creare un’area dedicata alla villeggiatura per le famiglie dei dipendenti Eni che avesse il tepore di una casa di montagna, come il calore accogliente che si genera sotto una coperta. Ho installato questo paesaggio-coperta in modo volutamente scenografico nella sala proiezione della colonia, un luogo in penombra e insonorizzato dalla moquette e dalle pareti in legno.

Notes:

Work in progress during the installation of blanket-landascape, november 2019

Documentazione durante la fase di lavorazione del paesaggio-coperta, novembre 2019

Flight Formation

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Flight Formation

eng – First work in the series of photographic finds, Flight Formation presents discarded bullet cases, collected and arranged in order on a backdrop made of pressed wool, evoking the bullet embedded in the animal’s hide. The cases are arranged to reflect a chromatic taste and emphasize the importance of each individual shot.

ita – Primo lavoro della serie dei reperti fotografici, Flight Formation presenta dei bossoli usati, raccolti e disposti ordinatamente su un fondale in lana pressata, come rimando al proiettile conficcato nella pelle dell’animale. La disposizione dei bossoli segue un gusto cromatico ed enfatizza l’importanza di ogni singolo sparo.

Notes:

Bullet case, wool, iron frame, 95 x 125 cm (each), 2015

Cartucce, lana, cornice in ferro, 95×125 cm, 2015

To Build a Fire

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To Build a Fire 2015

eng – To Build a Fire is an engraving that reproduces an image from an imaginary survival manual. The drawing illustrates a survival strategy used by a visual researcher: the light that passes through the photographic lens can kindle a fire. The title comes from a story by Jack London in which the need to light a fire is the only way to stay alive.

ita To Build a Fire è un’incisione che riproduce un’immagine estratta da un manuale di sopravvivenza immaginario. Il disegno illustra una strategia di sopravvivenza del ricercatore visivo: la luce che attraversa l’obiettivo fotografico può generare un fuoco. Il titolo proviene da un racconto di J. London in cui l’esigenza di accendere un fuoco è l’unico modo per rimanere vivi.

Notes:

Etching on cotton paper, 40 x 60 cm, 2015

Incisione su carta cotone, 40 x 60 cm, 2015

Micron – in progress

VIR Viafarini-In-Residence / installation view

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Installation view – VIR Viafarini in residence, Milan, 2012

Richiamo / Decoy calls

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Decoy calls / Richiamo acustico

eng – The decoy call is an instrument illegally used by hunters to attract their prey. These appliances are cobbled together using recycled materials, such as car radios or laundry timers, then stealthily installed on tree branches.

I happened to photograph a landscape and involuntarily recorded decoy calls: hence the idea of ​​creating a sculpture that collects the calls of different bird species triggered simultaneously by a timer. The work presents itself as a skein of threads that connect devices of various types, in which the chirping offsets the heaviness of the sculpture. The work seeks to testify to the presence of these objects hidden in the landscape and invisible to the inexperienced eye, but capable of altering its nature.

ita – Il richiamo acustico è uno strumento illegalmente utilizzato dal cacciatore per procacciarsi la preda. Questi apparecchi sono assemblati artigianalmente utilizzando materiali di recupero, come autoradio o timer di lavatrici, quindi installati furtivamente sui rami degli alberi.

Mi è capitato di fotografare un paesaggio e di riprendere involontariamente dei richiami acustici; da qui nasce l’idea di creare una scultura che raccolga suoni di differenti specie di uccelli, innescati contemporaneamente da un timer. L’opera si presenta come una matassa di fili che collegano apparecchi di vario tipo, e in cui il cinguettio si contrappone alla pesantezza della scultura. Il lavoro vuole testimoniare la presenza di questi oggetti celati nel paesaggio e invisibili all’occhio inesperto, ma in grado di trasformarne la natura.

Segnalatore di posizione / Light signal

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Segnalatore di posizione / Light signal 2011

eng – The work consists of 1000 wind torches (wax and jute) inserted in as many iron tubular supports resting on a pallet. The sculpture, mobile, was designed to be triggered at twilight in a landscape where the horizon is visible. The flames will flare up, and as the work is consumed it will be documented by a photographic series in the act of moving away from the light emanated. The idea is to signal a position as long as it is possible to perceive a light in the vastness of a landscape. Photography is possible only in the presence of a light source: hence by its nature it is expressed through light. This work embodies a reflection on communication in our era, increasingly ambiguous and indefinite, as well as mediated by technology.

ita – L’opera è composta da 1000 torce a vento (cera e juta) inserite in altrettanti supporti tubolari in ferro che poggiano su un pallet. La scultura, mobile, è stata pensata per essere innescata all’ora del crepuscolo in un paesaggio in cui sia visibile l’orizzonte. La fiamma divamperà, e il consumarsi dell’opera sarà documentato da una serie fotografica nell’atto di allontanarsi dalla luce emanata. L’idea è di segnalare una posizione, finché è possibile percepire una luce nella vastità di un paesaggio. La fotografia avviene soltanto in presenza di una fonte luminosa quindi per sua natura si esprime attraverso di essa; questo lavoro è una riflessione sulla comunicazione nella nostra era, sempre più ambigua e indefinita, oltre che mediata dalla tecnologia.

Notes:

wax, juta, iron, pallet (100 x 120 x 100 cm)

cera, juta, ferro, bancale (100 x 120 x 100 cm)

Waterproof Fire

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Waterpoof Fire 2012

wax, match, 40×50 cm, 2012 / cera, fiammifero, 40×50 cm, 2012